Vivere lo yoga come un processo di distillazione in cui incontro dopo incontro lasciamo il nostro carattere, i nostri schemi, le nostre etichette e ci svincoliamo sempre più da ogni riferimento personale. L’esperienza sul tappetino pian piano ci allontana dalle dinamiche che ci muovono nel quotidiano, dalla costante concettualizzazione e ci fa sentire il profumo di quelle parti di noi che premono per essere sentite e per fiorire.

Nulla da cambiare, nulla da capire solo presenza, immergersi in uno spazio non prensivo e assaporare il gusto della vita così come è, riscoprire, attraverso la pratica, la sacralità di ogni cosa che splende nei piccoli momenti ordinari e li illumina.

La pratica dello yoga del kasmir ha le sue basi nel sentire che ci toglie dal pensare, si parte dall’ascolto del corpo che via via perde l’ingombro della sua densità. Molto importante in questa pratica è lo spazio, la frequentazione dello spazio sul tappetino e nella vita. Niente da immaginare solo sentire il meraviglioso profumo della nostra apertura.